l dolore riferito ad un arto inferiore sul territorio del nervo sciatico è stato descritto sin dai tempi antichi, anche dallo stesso Ippocrate: tuttavia, occorsero molti secoli, per stabilire il corretto nesso tra il dolore sciatico e la presenza dell’ernia discale.- precisamente nel 1932- quando Mixter e Barr dopo aver esaminato alcune “neoformazioni” del canale spinale, arrivarono alla giusta conclusione, ed operarono il primo paziente di “rottura del disco intervertebrale lombare” al Massachussets General Hospital. Iniziò così la chirurgia dell’ernia discale. Fineschi che con il suo trattato fu tra i primi in Italia e nel mondo a fornire un inquadramento preciso dell’ernia discale lombare, riferisce che “……la conoscenza dell’ernia del disco fu una conquista dura, difficile. Ha richiesto una lotta contrastata che ha coinvolto neurologi, anatomici e chirurghi. Né la vittoria è stata completa, definitiva….” .
La lombalgia indica un dolore in regione lombosacrale ed che irradia gli arti inferiori, in tal caso lombosciatalgia. Una patologia piuttosto frequente, spesso conseguenza di altri fattori quali:
Il dolore lombare è il sintomo più frequente che il paziente lamenta, spesso aumentato dalla stazione eretta prolungata, dal sollevamento di pesi, dai movimenti in flessione ed estensione del tronco. La sintomatologia può comparire gradualmente o improvvisamente in seguito ad uno stress articolare o ad un brusco movimento.
Il dolore generalmente è generalmente diurno, con riduzione della sintomatologiaa riposo disteso. Nella fase successiva potrebbe comparire l’interessamento radicolare con intensa irradiazione del dolore all’arto inferiore.
La sintomatologia può essere suddivisa in sintomi lombari e sintomi radicolari.
I sintomi lombari noti come rachidei, generano dolore lombare associando rigidità del rachide, sono dovuti alla stimolazione dolorosa dell’anello fibroso e del legamento longitudinale da parte del disco che genera protusione.
I sintomi radicolari conosciuti come cruralgia e sciatalgia, sono invece sostenute dall’irritazione vera e propria della radice nervosa compressa.
Una acutizzazione dei sintomi, e ciò sia nella lombalgia che nella sciatalgia, il dolore aumenta sotto sforzo, con la tosse, con gli starnuti e da tregua con il riposo distesi.
Sofferenza neurologica
1) Disturbi Sensitivi
2) Disturbi Motori
Eziopatogenesi
Un po di anatomia, il disco intervertebrale rappresenta una sorta di ammortizzatore tra le vertebre che ne consente i movimenti di flesso-estensione e di lateralità. E’ costituito da un anello fibroso periferico e da un nucleo polposo centrale che è costituito per circa il 90% di acqua. Il nucleo polposo ha quindi la funzione di distribuire a tutto il disco le forze di carico. La rottura dell’anello fibroso periferico, spesso associata alla disidratazione fisiologica del nucleo polposo ed a fatti meccanici che agiscono sullo stesso, determinano la fuoriuscita del nucleo polposo che può causare dolore lombare, e quindi sciatalgia o cruralgia a secondo del livello lombare interessato.
Diagnosi
La diagnosi di ernia del disco viene eseguita innanzitutto da un approfondito esame anamnestico e neurologico successivamente le indagini neurodiagnostiche, rappresentate dalla TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) e dalla RMN (Risonanza Magnetica Cerebrale).
Nella fase successiva alle indagini diagnostiche del caso, si suggerire una consulenza specialistica, seguita da terapia medica ed eventualmente chirurgica.
Nelle fasi iniziali il trattamento è farmacologico, e spesso è eseguito ancor prima di cor meglio avere una diagnosi. Fans (farmaci antinfiammatori non steroidei), cioè i comuni antinfiammatori
associati a miorilassanti, sembrano essere trattamenti elettivi.
Riabilitazione
La terapia dell’ernia discale si avvale inoltre della fisiokinesiterapia, dell’idrokinesiterapia, del trattamento con terapia strumentale, ionoforesi, correnti diadinamiche, delle tecniche di massoterapia. Queste attività svolgono un ruolo fondamentale in tutte le fasi della riabilitazione, pre-operatorio e post-operatorio, motilità muscolare e articolare del rachide, riequilibrio posturale, applicazione di protocolli di conservazione e prevenzione.
MILANO - Ecografi su smartphone e tablet saranno presto componenti di indispensabili e di routine per gli esami del medico internista che, appoggiandoli sul corpo del paziente, potra'
esaminare in tempo reale e con elevata precisione le malattie di collo, torace, cuore e addome con un'ecografia. E' una delle ultime novita' presentate al 113/o Congresso della Societa' italiana
di medicina interna (Simi) in corso a Roma, dove e' stato mostrato il protitipo di un tablet dalle dimensioni medie, spesso due centimetri, con il quale si possono eseguire ecografie direttamente
a domicilio. Cosi', senza bisogno di far spostare il malato, si potra' ad esempio verificare un versamento pleurico semplicemente appoggiando la sonda sul torace, o controllare se i dolori
addominali dipendono da una colica biliare o renale, o se una gamba gonfia e' causata da una trombosi venosa.
''Saremo fra i primi in Europa, e insieme ai giapponesi nel mondo, a usare un dispositivo di questo tipo per l'ecografia - spiega Vincenzo Arienti, direttore della Medicina Interna
dell'Ospedale Maggiore di Bologna, dove stanno sperimentando il nuovo sistema –. Piccoli ecografi sono gia' presenti in pronto soccorso e in Emilia Romagna. L'accreditamento regionale
prevede la dotazione del mini ecografo nelle Unita' Operative di Medicina Interna, che consente inoltre al medico di visitare il malato a domicilio e decidere in modo piu' appropriato se
ricoverare il paziente''.
In futuro anche gli infermieri potranno utilizzare questo tipo di dispositivo per cercare gli accessi venosi dei pazienti (dove cioe' si puo' somministrare farmaci o terapie endovenose)
nelle sale operatorie e nei reparti di dialisi, rianimazione e ostetricia: il bambino nella pancia si potra' vedere con il palmare. ''E' un altro passo per evitare il sovraffollamento degli
ospedali - commenta Francesco Violi, presidente Simi - L'uso dei palmari permettera' un grande risparmio di risorse e tempi di degenza, senza contare che il malato non verra' esposto a radiazioni
e iniziera' subito la terapia, evitando esami inutili''. Secondo uno studio presentati di recente a Bruxelles, la telemedicina ormai e' a portata di smartphone e puo' ridurre i costi
dell'assistenza sanitaria, fino al 70% per paziente.
Tablet e smartphone stanno infatti prendendo piede tra gli operatori sanitari in Europa e negli Usa come supporti di strumenti diagnostici professionali soprattutto per la misurazione della
pressione arteriosa e delle frequenze cardiache, oltre che per la misurazione della temperatura. Senza contare tutto il software, sempre piu' sofisticato, gia' a disposizione dei medici per la
compilazione e la consultazione di cartelle mediche, anche attraverso il 'cloud', la nuvola di Internet. Ma anche per il grande pubblico sono ormai in vendita negli 'store', anche online, dei
dispositivi a prezzi accessibili con sensori di calore, di pressione o di peso, da accoppiare a smartphone e tablet, per tenere sotto controllo pressione, peso e calcolare la dose di insulina.
(ANSA).